Il Tarassaco, la pianta commestibile che depura e disintossica

Il Tarassaco è una pianta erbacea perenne, di altezza compresa tra i 3–9 cm. Presenta una grossa radice a fittone e foglie semplici, oblunghe, lanceolate e lobate, con margine dentato. Il gambo è cavo, glabro e lattiginoso, portante all’apice un’infiorescenza giallo-dorata, detta capolino, che è come un calice che dentro racchiude centinaia di fiorellini, detti flosculi. I frutti sono un ciuffo di peli bianchi, originatosi dal calice modificato, che, agendo come un paracadute, agevola col vento la dispersione del seme, quando questo si stacca dal capolino, Noto anche come dente di leone o cicoria selvatica, il tarassaco appartiene alla grande famiglia delle Asteracee (o Composite) ed è famoso perché è sia pianta commestibile che pianta dalle notevoli proprietà medicinali

Queste proprietà hanno a che fare soprattutto con la depurazione e la disintossicazione dell’organismo, andando a sostenere principalmente il lavoro a livello di fegato e cistifellea, che sono organi deputati alla disintossicazione del nostro organismo e stimolando contemporaneamente anche il lavoro dei reni che, attraverso l’urina, portano poi fuori le sostanze tossiche, i metaboliti di rifiuto che non servono.

Si tratta quindi di un rimedio naturale depurativo ma anche diuretico molto apprezzato e utilizzato in caso di ritenzione idrica o nei periodi in cui si ha voglia di detossificare un po’ l’organismo in particolare durante i cambi di stagione. In questo caso, naturalmente, all’utilizzo del tarassaco andrebbe associata un’alimentazione sana ed equilibrata ricca di frutta e verdura cruda senza dimenticarsi di fare anche un po’ di attività fisica.

E’ anche un buon rimedio per chi ha il colesterolo alto, dato che aiuta il fegato ad eliminare i grassi in eccesso, e riesce inoltre a prevenire la formazione di calcoli biliari. Questa pianta vanta poi doti digestive e leggermente lassative oltre che essere utile a rafforzare l’azione del nostro sistema immunitario.

Diffuso in tutte le zone temperate del pianeta, il tarassaco è apprezzato anche dagli animali, che ne mangiano i semi e l’intera pianta o, come le api, ne ricavano un miele gustoso e benefico.

Come veniva utilizzato il tarassaco

Inizialmente usato come erba da mangiare in insalata o nelle zuppe (anche i fiori gialli sono buoni!), già nel ‘500 vennero scoperti l’effetto diuretico e la capacità di accelerare la guarigione delle ferite. Il lattice della pianta era anche impiegato come repellente per insetti e per il trattamento delle verruche. I principi attivi del tarassaco si concentrano in particolare nelle radici e nelle foglie, ma anche nei fiori gialli. I principali componenti comprendono alcoli triterpenici (tarasserolo), steroli vegetali, inulina (soprattutto nel lattice), principi amari (tarassacina) e sali minerali che conferiscono alla pianta proprietà amaro-toniche e digestive. Sono proprio queste sostanze amare responsabili delle proprietà del tarassaco, un’erba capace di aumentare la produzione di bile e stimolare il flusso biliare, migliorando così l’attività del fegato e la digestione, e che la rendono indicata in caso di disturbi digestivi lievi che includono la sensazione di pienezza, digestione lenta, inappetenza e flatulenza. Nella radice si concentra la massima quantità di principi attivi: vitamine A, B1, B2 B3, C, E, K, alfa e beta-carotene, criptoxantina-beta, luteina e zeaxantina, calcio, sodio, ferro, fosforo, potassio, magnesio, zinco e selenio, tannini, flavonoidi, acido caffeico e cumarico. La tarassicina, in particolare, stimolando la produzione di saliva, succhi gastrici e pancreatici e bile, facilita lo svuotamento della cistifellea, mentre l’inulina nutre la flora batterica e migliora il transito intestinale, svolgendo un’efficace ma delicata azione lassativa. L’azione drenante e diuretica del tarassaco è invece data dai flavonoidi e dai sali di potassio, che agiscono a livello renale stimolando la produzione di urina e il drenaggio dei liquidi in eccesso. Per questo il tarassaco è consigliato in tutti i casi di ritenzione idrica, cellulite e ipertensione. Usato periodicamente, riequilibra la produzione ormonale, in particolare quella estrogenica, prevenendo la formazione di gonfiori e cellulite. Oltre a depurare fegato e reni, stimola anche la produzione e la circolazione della bile, attiva la secrezione di enzimi digestivi e favorisce la peristalsi intestinale, liberando l’intestino dalle scorie zuccherine e aumentandone l’espulsione attraverso le urine.

Il tarassaco è in grado di riattivare persino la funzione immunologica e potenziare la risposta immunitaria del sistema linfatico. L’ossido nitrico in esso contenuto agisce come un messaggero intracellulare, stimolando l’attività fagocitaria dei macrofagi, che “mangiano” gli agenti patogeni che arrivano dall’esterno, proteggendoci da virus e batteri.

Del tarassaco, come dicevamo in partenza, tutto è buono: sia la radice che le foglie e i fiori stimolano le secrezioni di tutte le ghiandole dell’apparato gastroenterico (saliva, succhi gastrici, pancreatici, intestinali) e la muscolatura dell’apparato digerente producendo un’azione lassativa secondaria. Il periodo migliore per raccogliere le radici va da giugno a settembre, mentre da ottobre ad aprile si possono raccogliere le foglie di tarassaco, da consumare fresche in cucina. I fiori sbocciano da marzo a novembre e possono essere raccolti in boccio per aggiungerli alle insalate di foglie.

Dato il suo effetto stimolante a livello gastrico, va evitato in caso di iperacidità allo stomaco, gastrite, ulcera peptica, in caso di ostruzione dei dotti biliari, calcoli biliari, malattie a carico del fegato, e ipekaliemia e ovviamente se si soffre di allergia alle piante della famiglia “Asteracee”. Sconsigliato durante la gravidanza o in allattamento, Il tarassaco non andrebbe somministrato in concomitanza con terapie che possono determinare iperkaliemia tra cui beta-bloccanti, FANS e ACE-inibitori e in caso si assumano farmaci antidolorifici, regolatori della glicemia e nei pazienti che assumono terapie con litio. L’uso del tarassaco è infine sconsigliato nei bambini con età inferiore ai 12 anni.