In vacanza, complice il dolce far nulla, si cede più facilmente ai vizi, e nei villaggi all inclusive, dove i pacchetti comprendono tutto ma proprio tutto e in quantità praticamente illimitate, cedere alle tentazioni delle grandi abbuffate estive è più facile che altrove.
Questo perché ad ogni ora del giorno ci sono buffet con pietanze succulente presentate in modo invitante sui tavoli, dove troneggiano antipasti con sculture di salumi, pesce affumicato e formaggi misti, insalate di pasta e riso con ogni bendidio, primi piatti, con ogni tipo di condimento, parmigiane di melanzane, vitello tonnato, fritture di pesce e verdure, arrosti, grigliate di carne, sorbetti, dolci e gelati di crema con panna e tiramisù…
insomma un vero e proprio bengodi a cui è difficile resistere perché le formule all inclusive sono incantevoli per gusto e palato ma possono costituire un introito calorico di 4-5 mila calorie al giorno, che rappresenta più del doppio del fabbisogno quotidiano.
La tentazione di lasciarsi andare alle abbuffate e di solleticare le papille gustative non costituisce solamente un attentato alla linea (vanificando peraltro tutti gli sforzi fatti per farsi trovare pronti alla prova costume) ma può anche provocare forti bruciori alla bocca dello stomaco, rigurgito, difficoltà di digestione: sono tutti fastidi che possono capitare dopo pasti abbondanti, in cui si sono mangiati cibi grassi o fritti, insaccati, prodotti affumicati, menta, cioccolato, agrumi, passata di pomodoro, spezie come pepe, peperoncino, paprika, curry e in generale tutti i cibi che aumentano l’acidità gastrica e in cui si sono bevuti alcolici e super alcolici. Questi alimenti, oltre ad essere difficoltosi da digerire perché ritardano lo svuotamento dello stomaco, a volte sono anche irritanti ed aggressivi per le mucose, promuovono la produzione delle secrezioni gastriche e, in alcuni soggetti più che in altri, tendono ad allentare la tenuta della valvola cardiale, che separa stomaco da esofago, facilitando così i rigurgiti. Un pranzo o una cena iper-abbondante dopo una giornata di vacanza passata in totale relax, o un aumento, rispetto all’uso abituale, di caffè, aperitivi, superalcolici sono il miglior modo per esporsi al rischio di una gastralgia, che arriva come un fuoco che risale dallo stomaco e dà una fastidiosa sensazione di acidità, bruciore a livello dello sterno rigurgito, sensazione di pienezza gastrica o tensione addominale, eruttazioni e aerofagia, alito cattivo, nausea, sensazione di dolore epigastrico e pugno nello stomaco.
Le gastralgie possono assumere i nomi di gastriti, iperacidità gastrica, pirosi gastrica (bruciori), dispepsie, reflusso gastro-esofageo e sono in tanti ad esserne colpiti nel mondo occidentale, le stime ci dicono che di questi disturbi ne soffre fino al 44% della popolazione adulta.
In condizioni normali, le pareti dello stomaco e dell’apparato digestivo sono protette da uno strato di sostanze mucose che costituiscono una barriera con il compito di proteggere le cellule dello stomaco dai succhi digestivi molto acidi. Quando mangiamo l’esofago, con movimenti ritmici associati alla forza di gravità, fa scendere il cibo verso il basso. Una valvola muscolare, lo sfintere esofageo o cardias, regola il passaggio del bolo alimentare nello stomaco e impedisce, richiudendosi, che i succhi gastrici risalgano. Quando il meccanismo di chiusura di questa valvola non funziona come o quando dovrebbe, si ha il tipico fenomeno del reflusso gastroesofageo che può essere occasionale, di tipo episodico oppure capitare con frequenza molto elevata e sintomatologia piuttosto severa, e in quel caso si parla di vera e propria patologia, la MRGE (in inglese GERD: Gastro-Esophageal Reflux Disease). In tal caso i danni provocati alle pareti dello stomaco sono di tipo infiammatorio, con arrossamento ed edema, poi a lungo andare, il continuo reflusso acido provoca lesioni alla parete dell’esofago e queste possono poi peggiorare fino a diventare vere e proprie ulcere o portare al cosiddetto esofago di Barrett (una lesione pre-cancerosa dell’epitelio esofageo). La malattia vera e propria colpisce circa il 10-20% della popolazione in Europa e si presenta con sintomi cosiddetti “tipici” (bruciore retrosternale, ossia dietro il petto, e rigurgito acido in bocca) oppure con sintomi “atipici” (come tosse, infiammazione rinofaringea, sensazione di nodo alla gola con difficoltà alla deglutizione, difficoltà digestive, nausea, laringite cronica, raucedine, abbassamento della voce, singhiozzo ripetuto, asma, dolore toracico simile a quello di natura cardiaca, otite media, il russare di notte e l’insonnia). I sintomi tipici sono in genere sufficienti per fare una diagnosi. Nel 30-35% dei casi la MRGE si complica con erosioni a livello dell’esofago (esofagite), ulcere o restringimenti (3-5%), mentre nella maggior parte dei casi non determina lesioni.
Le cause del mancato funzionamento dello sfintere esofageo inferiore (o LES), nella regione anatomica del cardias di congiunzione tra esofago e stomaco, possono essere le più svariate e sono condizionate da diversi fattori, come quelli alimentari, anatomici, funzionali, ormonali e farmacologici: come detto prima ci può essere la reiterata eccessiva o non corretta alimentazione con abuso di alimenti irritanti; oppure l’ernia jatale, -ovvero lo spostamento dello stomaco, attraverso il diaframma, dalla sua sede normale che è l’addome, verso il torace; oppure il rilassamento delle strutture muscolari che sostengono il tratto esofageo e la scarsa motilità dell’esofago; oppure ancora, ci può essere un uso smodato di alcuni tipi di farmaci come i FANS antinfiammatori; oppure lo stress legato a fattori emotivi che ostacola un regolare processo digestivo; infine il fumo, perché la nicotina modifica la composizione salivare, aumenta la quantità di acido cloridrico nello stomaco e rallenta la funzionalità del cardias. Ci sono poi sintomi non direttamente correlabili allo stomaco, che sono la tosse secca, il mal di gola, il rigurgito, una sensazione di corpo estraneo in gola.
Altre condizioni che possono facilitare una comparsa del problema sono il sovrappeso (l’accumulo di grasso sull’addome aumenta la pressione sugli organi interni, e quindi la possibilità di reflusso) e la gravidanza, (perché il feto crescendo arriva a comprimere lo stomaco), così come chi mangia troppe proteine animali e chi concentra i pasti, per poi magari subito dopo assumere posizioni orizzontali – per esempio coricandosi sul lettino sotto l’ombrellone o sul divano la sera.
Prima di arrivare agli stadi di gravità di cui sopra – che richiedono l’intervento di un gastroenterologo e una terapia farmacologica cronica – è possibile -con alcuni accorgimenti, prevenire ed eventualmente contrastare l’insorgenza del problema, soprattutto durante le vacanze che sono un periodo di riposo e di relax, in cui a volte il desiderio di divertimento ed evasione porta a fare più di quanto l’organismo sia in grado di sopportare. Il cambio di abitudini e, spesso, di clima costituiscono comunque uno stress per l’organismo, che va combattuto – specie in presenza dei primi sintomi, anche modesti, di gastralgia- con una dieta varia e moderata e con l’adozione di ritmi meno intensi: basta distribuire bene i pasti nell’arco della giornata, preferendo un’alimentazione povera di grassi, ricca di vitamine e fibre che favoriscono la motilità intestinale. Il fumo, gli alcolici e i superalcolici sarebbe meglio eliminarli, ma se proprio non si riesce farne a meno, devono comunque essere assunti con molta moderazione. Un altro suggerimento utile è di evitare di coricarsi subito dopo i pasti, soprattutto quando pesanti o abbondanti (sarebbe necessario attendere almeno 3 ore) e di consumare un pasto leggero alla sera. Come alleati, per l’iperacidità gastrica
e per correggere lo squilibrio tra fattori aggressivi e difensivi della mucosa, aumentandone le capacità di difesa, ci sono sostanze antiacide come il potassio bicarbonato, il sodio alginato e il condroitin solfato che nell’ordine svolgono un’azione tampone bei confronti dell’iperacidità, ostacolano il reflusso del contenuto dello stomaco nell’esofago e proteggono e leniscono la mucosa gastroesofagea.
Se a queste sostanze aggiungiamo anche due principi attivi naturali come la Malva ad azione emolliente e lenitiva della mucosa gastrica, e il Lentisco che coadiuva la funzionalità del sistema digerente, otteniamo una formulazione completa che è quella proposta da NUTRIREGULAR REFLUX di NUTRILEYA, in grado di contrastare l’iperacidità e i disturbi dovuti al reflusso gastroesofageo, riducendone i sintomi correlati come sensazione di rigurgito, esofagite, acidità, tosse, infiammazione rinofaringea. In vacanza perciò non dimenticatevi di portare con voi questo ottimo integratore in pratiche bustine da sciogliere in acqua, può davvero essere il rimedio necessario per alleviare i bruciori di stomaco dopo qualche concessione di troppo!