Quanto tempo siamo rimasti seduti o sdraiati sul divano in questo periodo senza possibilità di uscire a sgranchirci le gambe, facendo un po’ di moto? E siamo sempre riusciti a bere la giusta quantità di acqua prescritta durante la giornata? E con l’alimentazione? Siamo stati attenti a non ingolfarci di grassi e zuccheri oltre misura?
Se non abbiamo fatto sufficiente attenzione e notiamo un aumento di peso, vediamo dei fastidiosi segni alle caviglie quando ci togliamo i calzini o facciamo fatica a sfilarci gli anelli dalle dita, la causa potrebbe essere uno stato edematoso dovuto a ritenzione idrica, che, appunto, si manifesta con gonfiore in alcune parti del corpo -in genere mani, i piedi e le caviglie- che, nei casi più conclamati, risultano rigidi e doloranti.
In pratica il nostro corpo Immagazzina liquidi ma non li evacua, non riesce a smaltirli nel modo corretto. Talvolta dei reni pigri o un fegato stanco possono contribuire alla difficoltà di rimuovere i fluidi in eccesso ma in realtà ci possono essere molti altri fattori coinvolti nella comparsa dell’edema, come una dieta squilibrata, con l’eccesso di sale he trattiene tantissimo i liquidi co l’intolleranza ad un alimento, le carenze in vitamine (in particolare B1) e i disturbi digestivi. Tra le cause ci possono essere anche squilibri ormonali come una pillola a dosaggio sbagliato, un trattamento progestinico inadeguato, oppure condizioni fisiologiche come l’ipotiroidismo, la sindrome pre-mestruale o la gravidanza o uno stato infiammatorio, ad esempio a causa di una distorsione.
Anche una cattiva circolazione del sangue e della linfa sono responsabili di edema e ristagno di liquidi.
La linfa deriva direttamente dal sangue ed ha una composizione molto simile, nonostante sia più ricca di globuli bianchi e poverissima di quelli rossi. Circolando negli spazi tra una cellula e l’altra, ha lo scopo di riassorbire il plasma (parte liquida del sangue) presente in queste zone. Le sottilissime pareti dei capillari sanguigni sono infatti permeabili all’acqua e alle varie sostanze e proprio grazie a questa permeabilità, può avvenire il passaggio di ossigeno e sostanze nutritive dal sangue ai tessuti che, dal canto loro, riversano nel torrente ematico anidride carbonica e prodotti di rifiuto. La linfa all’interno del sistema linfatico fluisce nei tessuti corporei, drenando ogni angolo dell’organismo e ripulendolo con l’evacuazione dei rifiuti cellulari (grassi, tossine, proteine), prima di riversarsi nelle vene toraciche. La linfa dunque rappresenta un efficace sistema attraverso cui l’organismo raccoglie liquidi e materiale di scarto dalla periferia per poi veicolarlo agli organi di depurazione (fegato, reni, polmoni, linfonodi). Sotto questo punto di vista, la funzione del sistema linfatico è quindi molto simile a quella del circolo venoso.
Parallelo al sistema cardiocircolatorio, infatti, il sistema linfatico si oppone ad eccessivi accumuli di fluidi nei tessuti ed è considerato anche il baluardo di difesa del nostro organismo, perché lungo le vie linfatiche esistono degli organi, chiamati linfonodi, capaci di produrre i cosiddetti linfociti, una serie speciale di globuli bianchi deputata all’eliminazione dei microrganismi patogeni.
Il sistema linfatico quindi è importantissimo perché assolve a più funzioni: riporta in circolo il liquido e le proteine filtrati dai capillari sanguigni, trasferisce i grassi assorbiti a livello dell’intestino tenue nella circolazione sistemica, cattura e distrugge i patogeni estranei all’organismo, producendo e trasformando le cellule deputate alla loro neutralizzazione. E’ costituito anch’esso da un articolato sistema di vasi, molto simile a quello circolatorio venoso e arterioso. A differenza del sangue, però, la linfa non viene spinta dalla pompa del cuore, ma scorre nei vasi grazie all’azione dei muscoli. Sono quindi i movimenti del corpo che, con i muscoli che si contraggono e si rilassano, sospingono la linfa e agevolano il suo flusso e quando non si fa adeguata attività fisica, per esempio a causa dell’eccessiva immobilità, la linfa tende a ristagnare, accumulandosi nei tessuti. La sedentarietà e la compressione dei vasi favoriscono il ristagno della linfa nei tessuti e quindi la sua impossibilità di drenare l’acqua “sporca” fuori dall’organismo.
Ecco spiegato come mai piedi e caviglie si gonfiano quando si rimane a lungo in piedi in una posizione statica, o quando, per una ingessatura occorre mantenere gamba o braccio sollevati al di sopra del livello del cuore: si fa proprio per fare in modo che la forza di gravità agevoli il drenaggio linfatico e consenta alla linfa di scorrere all’interno dei vasi.
Come fare a combattere uno stato edematoso e ad aiutare il sistema linfatico a riprendere in pieno le sue importanti funzioni?
Anzitutto occorre fare attenzione all’alimentazione e soprattutto al sale e agli alimenti che ne contengono molto, tipo crackers e insaccati, ma anche grassi e zuccheri vanno messi alla gogna. Lo zucchero aumenta i livelli di insulina e favorisce la ritenzione idrica oltre ad affaticare i reni, che non riescono più a smaltire gli eccessi. Anche i grassi di origine animale saturano i reni. Meglio introdurre alimenti ricchi di Omega 3, che proteggono le pareti venose e regolano lo scambio di liquidi, quindi sì a pesce, tipo salmone, mandorle, noci e olio d’oliva. Bene anche tutti gli alimenti di colore rosso. Infatti la frutta e la verdura di colore rosso è ricca di flavonoidi, che combattono la ritenzione idrica, così come i frutti di bosco e l’uva, gli agrumi, il grano saraceno, il tè e le cipolle. Necessarie anche buone proteine, anche di tipo vegetale che si trovano nei legumi, perché se il sangue non ne contiene abbastanza, l’acqua al suo interno verrà rilasciata nei tessuti e non potrà essere riassorbita. È poi necessario aiutare il corpo a ritrovare l’equilibrio bevendo molta acqua: bere a sufficienza idrata le cellule in profondità e consente ai reni di svolgere correttamente il loro lavoro.
E’ però importante non far ricadere le scelte sui succhi di frutta e sulle bibite, così come gli stimolanti (tè o caffè) che trattengono l’acqua invece di eliminarla. Meglio allora ripiegare sulle tisane, se l’acqua da sola non si riesce a bere nelle necessarie quantità di almeno due litri al giorno.
L’altro consiglio è di evitare le fonti di calore perché dilatano i vasi sanguigni. Vietati dunque bagni caldi, saune e bagni turchi e sì invece a spugnature con acqua fredda, massaggi linfodrenanti, pressoterapia e all’attività fisica, che è essenziale per stimolare la circolazione linfatica e per eliminare le tossine e l’acqua in eccesso
Per una soluzione fai da te assolutamente sconsigliati i farmaci diuretici, che possono sì risolvere gli stati edematosi ma solo se prescritti dal medico, perché non sono scevri da contro-indicazioni ed importanti effetti collaterali per la pressione sistemica.
Diverso invece il discorso per le piante drenanti, tradizionalmente utilizzate da sempre e senza effetti collaterali. Così si possono usare alle prime avvisaglie di gonfiore, senza problemi
Esistono diversi rimedi fitoterapici per combattere la ritenzione idrica, la cui efficacia è stata dimostrata nel corso del tempo, alcune derivano da millenarie tradizioni erboristiche, altre hanno avuto un riconoscimento più recente nella farmacopea. Per esempio l’Ononide è una pianta che solo recentemente l’EMA (Agenzia Europea dei medicinali) ne ha valutato ed accreditato le attività diuretica, urolitiasica ed antinfiammatoria delle vie urinarie.
Ma poi c’è la gramigna (Elymus repens (L.) ), molto ricca di fruttosani, che è utilizzata come diuretico fin dall’antica Grecia, ed è utile nel trattamento delle infezioni delle vie urinarie, stimola la diuresi e favorisce l’eliminazione renale dell’acqua. Anche il prezzemolo possiede proprietà depurative, perché è stimolante, diuretico e anti-infettivo, capace quindi di eliminare le tossine e ripristinare l’elasticità dei vasi sanguigni. Oppure il tè verde fatto con foglie non fermentate, che contengono una maggiore concentrazione di polifenoli, antiossidanti molto efficaci e la caffeina, che riduce la ritenzione idrica favorendo la minzione. C’è poi l’olmaria (Filipendula ulmaria) le cui sommità fiorite contengono il principio attivo che stimola i reni ad eliminare l’acqua e ridurre l’edema.
Ma soprattutto il tarassaco, la cui radice possiede proprietà depurative poiché favorisce la funzionalità biliare, epatica e renale, l’equiseto, ricco in tannini che svolgono azione astringente sui vasi sanguigni, utili per la fragilità capillare, ma anche ricco di flavonoidi utili per favorire la diuresi e l’eliminazione di scorie metaboliche; l’orthisiphon conosciuto per la sua azione diuretica e depurativa, accompagnata anche da un’azione di eliminazione urinaria di acido urico, sodio, potassio e cloro che quindi contrasta la formazione di calcoli renali, rende basica l’urina, ed è pertanto consigliato nel trattamento delle infiammazioni del tratto urinario e, come coadiuvante, nel trattamento delle infezioni urinarie.
La formulazione messa a punto da Nutrileya, Nutridiur, contiene proprio Equiseto e Orthosiphon che favoriscono il drenaggio dei liquidi corporei, Ononide e Tarassaco che favoriscono le funzioni depurative dell’organismo
Pratico da usare, Nutridiur è un ottimo prodotto pensato proprio per drenare e disintossicare l’organismo sovraccarico di liquidi, tossine e scorie; non contiene conservanti, glutine e lattosio, proprio per non appesantire il corpo già intossicato di altri elementi poco tollerabili ed è sufficiente una sola bustina al giorno da sciogliere in acqua, in un bicchiere grande o in una bottiglia di acqua minerale, da sorseggiare durante la giornata. Il gusto gradevole passion fruit e limone ne favorisce l’assunzione regolare e rende piacevole la disintossicazione!