Le bacche della salute: la schisandra chinensis

La Schisandra chinensis è una pianta rampicante molto bella, in grado di abbellire giardini e pergolati, che in Italia risulta ancora poco conosciuta, sia per le sue proprietà estetiche che per le sue molteplici possibilità di impiego terapeutico.

Come suggerisce il nome proviene dall’estremo oriente, in particolare ha habitat naturale in Manciuria ma si trova in tutto il nord e nord-est della Cina e nelle regioni limitrofe della Russia e della Corea.

La pianta ha un fusto legnoso, che, se lasciato libero di crescere, può raggiungere anche dieci metri di altezza, con fitte foglie appuntite, medio-piccole, leggermente carnose di un bel colore verde chiaro lucente con marcate nervature, e frutti sono bacche rosso vivo porpora che maturano a fine estate e durano sino l’inverno con le prime gelate. Il nome tradotto dal cinese significa “seme dei cinque aromi” perché il gusto-sia delle bacche che dei semi in esse contenuti- è una combinazione di sapori acido, dolce, salato, pungente e amaro.

Sono proprio queste le parti utilizzate in fitoterapia: le bacche vengono essiccate al sole e da qui si ottengono dei preparati con estratti e polvere fresca che trovano impiego soprattutto per i loro effetti antiossidanti e per aumentare l’energia del nostro organismo. La principale proprietà della schisandra è infatti quella adattogena, perché è capace di aumentare molto la resistenza allo stress e di stimolare il sistema nervoso centrale ad una capacità di adattamento a condizioni esterne sfavorevoli, ma gli impieghi dei suoi frutti (polpa delle bacche e semi) in realtà possono essere molteplici, tant’è che questa pianta è annoverata tra le 50 specie fondamentali dalla medicina cinese.

I frutti infatti sono infatti in grado di stimolare il cuore, perché grazie agli attivi contenuti diventano vasodilatatori, normalizzanti la pressione sanguigna specie nelle insufficienze respiratorie.

Poi alzano le difese immunitarie nei confronti di batteri e virus ed hanno proprietà antiasmatiche, antitussive, antibatteriche, espettoranti.

Tendono inoltre a regolarizzare il ph gastrico (che è uno dei principali bersagli dello stress che ci fa venire acidità e mal di stomaco) alzandolo quando è basso e viceversa.

Stimolano anche il sistema nervoso centrale con il miglioramento dei riflessi, della resistenza e della capacità di concentrazione, ed hanno proprietà antiossidanti e protettive della cellula epatica del fegato, quindi risultano utili soprattutto in caso di intensa attività fisica, per ridurre le tossine prodotte.

Rivestono un ruolo importante anche nei confronti degli eccessi di sudorazione soprattutto quelli spontanei e notturni, e quindi nella perdita di sali minerali.

Infine, per la presenza della vitamina A ed E, riescono anche a migliorare l’aspetto della pelle.

Tutti questi effetti sono da attribuire a principi attivi chiamati “lignani” quali schisandrina, schisandrolo, schisanterina, il brisabolene, la pregomisina, il rubridilattone e la gomisina, interessanti composti fenolici aappartenenti alla classe dei fitoestrogeni. Addirittura questi lignani che troviamo nella Schisandra chinensis, aiutano le cellule del fegato a rigenerare il tessuto epatico danneggiato da virus e abitudini dannose, come l’epatite virale e l’alcol. Altro componente attivo è l’olio essenziale sempre presente nei frutti, composto di citrale sesquicarere, acido citrico, acido malico, acido tartarico in modiche quantità, monosaccaridi, resina, pectina, ricca di vitamina A, C, E, fosfolipidi, steroli, tannini.

Le bacche dai cinque sapori risultano così preziose alleate come antivirali, antiossidanti, epatoprotettivi e neuroprotettivi, con capacità di risanare i tessuti danneggiati ed è stata dimostrata l’efficacia dei lignani e degli oli essenziali per aiutare gli sportivi a mantenere alte prestazioni, per aiutare i convalescenti a riprendersi da malattie, e in generale, per tutti a sopportare grandi quantità di stress. Studi clinici hanno dimostrato effetti positivi anche in casi di ferite, ustioni, congelamento, sindrome da schiacciamento, intossicazioni da metalli pesanti.

Possibili controindicazioni, sebbene rare, potrebbero essere disturbi di stomaco, diminuzione dell’appetito, orticaria e cautela occorre anche per chi soffre di esofagite da reflusso, o in presenza di ulcera peptica, in chi soffre di epilessia, di pressione alta e di ipertensione endocranica, così come in gravidanza e allattamento.