Cos’è il sambuco?
Il sambuco – nome scientifico Sambucus Nigra L- è una pianta che appartiene alla famiglia delle Caprifoliaceae che cresce un po’ ovunque: lo si trova facilmente nei boschi, nei parchi, vicino ai fiumi, nelle radure e a ridosso delle strade e aree urbane. Il nome deriva dalla parola greca “sambuché“, che significa strumento musicale. Il motivo è che nell’antichità dai rami cavi della pianta si ricavava una specie di flauto. Cresce abbondante in tutta Europa ed essendo un arbusto ben ramificato può arrivare a diversi metri di altezza. La fioritura del sambuco avviene tra maggio e giugno e si caratterizza per avere fiori bianco crema molto profumati, al contrario di un’altra specie della stessa famiglia – il Sambucus ebulus o Ebbio – che è velenoso e con cui si può confondere perché ha fiori e frutti identici ma si distingue per l’altezza e per l’odore sgradevole dei fiori. Infatti il Sambucus Ebulus non supera il metro e mezzo edi suoi fiori bianchi non profumano affatto, anzi, all’olfatto risultano quasi fastidiosi.
Del Sambuco “buono” si usa praticamente tutto, dalla corteccia alle foglie, alle bacche e fiori, che però hanno due tempi di raccolta diverse. Mentre i fiori possono essere raccolti tra aprile e giugno, per i frutti, ovvero le bacche raccolte in grappoli, bisogna aspettare fino alla fine di agosto e settembre quando sono completamente mature e raggiungono una colorazione quasi nerastra, molto simile ai mirtilli. Le foglie e i fiori vengono essiccati all’ombra, mentre le bacche vanno utilizzate fresche, ma possono essere anche surgelate.
Il sambuco ha principi attivi e fitocomplessi molto importanti, è una pianta ricca di flavonoidi, glicosidi, vitamine A B C e tannini e per questo ha molteplici proprietà terapeutiche.
I fiori di sambuco
I piccoli fiori di sambuco, di color bianco panna e a forma di stella, che si trovano riuniti in infiorescenze a forma di ombrello e che col loro profumo fanno notare la presenza della pianta anche da una certa distanza, sono molto usati in ambito fitoterapico, erboristico e possono essere utilizzati sia per uso interno che esterno. I principi attivi che ne contraddistinguono le proprietà sono: triterpeni, flavonoidi e acidifenolici, piccole quantità di minerali, steroli, mucillagini, pectine, proteine, acido linoleico e oli volatili. Va detto, però, che contengono anche alcaloidi potenzialmente tossici; prima di consumarli è quindi preferibile cucinarli, o immergerli in acqua bollente, come nel caso degli infusi.
I fiori essiccati si usano sotto forma d’infuso o di sciroppo, noto per la sua capacità di aumentare la sudorazione corporea (in termini medici si dice che ha attività diaforetica), favorendo così l’eliminazione delle tossine e il calo della temperatura corporea durante gli stati febbrili, quindi i fiori risultano utili nel trattamento di infezioni respiratorie e sintomi influenzali per attenuare la febbre, bronchite e gli stati di costipazione. Insieme alle foglie, i petali in infusione vengono poi impiegati per la preparazione di tisane contro asma, tosse, influenza, catarro, sinusiti e raffreddori.
In effetti nella tradizione popolare il sambuco viene chiamato “aspirina naturale” e si è sempre pensato che fosse in grado di ridurre le secrezioni nasali e il gonfiore alle vie respiratorie, facilitando la respirazione con un effetto calmante sulla tosse. Difatti, come mostrato dal Maryland Medical Center, la presenza di mucillagini nei fiori potrebbe avere effetti lenitivi sui seni nasali e le mucose irritate. Mentre alle bacche andrebbe il merito di favorire le secrezioni bronchiali, rendendo lo sciroppo utile a calmare gola irritata e seni nasali chiusi. Sui sintomi influenzali molti studi ne dimostrano l’efficacia su addirittura 10 ceppi di virus influenzale, ed altri documentano comunque una riduzione dei tempi di degenza di 3-4 giorni in concomitanza con il suo utilizzo. Ciò è dovuto ai bioflavonoidi presenti nei fiori e nelle bacche che rafforzano il sistema immunitario, aumentando i livelli di antiossidazione e proteggendo le pareti cellulari dagli attacchi dei virus. In particolare, l’estratto di sambuco nero aumenta in maniera significativa la produzione di citochine infiammatorie, molecole proteiche in grado di attivare il sistema immunitario.
Sempre i fiori hanno anche proprietà antireumatiche ed è quindi consigliabile l’assunzione degli stessi, tramite infuso, in caso di artrosi e gotta.
Per uso esterno i fiori hanno proprietà astringenti e un’azione lenitiva sulla pelle, su occhi irritati, arrossati o in caso di orzaiolo. L’acqua di sambuco è anche utile per lenirele bruciature e come tonico per la pelle. Le lozioni preparate con gli estratti di fiori di sambuco vengono usate per normalizzare la secrezione sebacea e le impurità della pelle. Vengono quindi impiegate sui foruncoli, sulle scottature e per la cura delle emorroidi.
Le altre parti della pianta di sambuco
Le bacche di sambuco, che contengono acqua all’80%, carboidrati, proteine, fibre, diversi Sali minerali (potassio, il calcio, il sodio, il fosforo, il ferro, il magnesio, il rame, lo zinco e magnesio) e vitamine A, C e alcune vitamine del complesso B e sono oltremodo ricche anche di quercetina e rutina, sembrano avere effetti benefici sulla pressione sanguigna e sul sistema linfatico, aiutando il sistema cardiovascolare. Inoltre, i composti fenolici, i glucosidi, gli oli essenziali, i flavonoidi, i tannini, acidi organici, oligoelementi minerali di cui sono ricche le bacche, migliorano la concentrazione di antiossidanti nel plasma, diminuendo la morte cellulare e riducendo il rischio di infarto. Contengono infine una buona fonte di ferro e minerali indispensabili per una buona salute delle ossa (calcio, fosforo, magnesio, sodio e potassio in tracce). infine le bacche di sambuco hanno anche proprietà antinevralgiche, in particolare contro le nevralgie del trigemino e del nervo sciatico.
La corteccia di sambuco è molto utilizzata per le sue ottime proprietà diuretiche e lassative per via delle pectine, mentre alle foglie fresche del sambuco si ascrivono ottime attività depurative nei confronti di fegato e reni. Le foglie, come i fiori di sambuco hanno proprietà diaforetiche (cioè aumentano la sudorazione e di conseguenza diminuiscono la temperatura corporea), antinfiammatorie e diuretiche (aumenta le quantità di urine eliminate nella giornata).
Lo sciroppo di sambuco e le (poche) controindicazioni
Lo sciroppo date le molteplici proprietà della pianta trova svariate applicazioni ed utilizzi. Come già accennato, ha proprietà sudorifere e può essere usato in caso di febbre e raffreddore. Aiuta ad alleviare le nevralgie e i problemi provocati dalla sinusite. Tra le proprietà che fanno di questo sciroppo un potente alleato del benesseree della salute c’è la funzione depurativa e drenante. Data la presenza all’interno del succo di flavonoidi, lo sciroppo di sambuco svolge un’azione mirata sul sistema circolatorio e linfatico, favorendone l’attivazione, in particolar modo aiuta le gambe che soffrono di vene varicose e pesantezza cronica.
Si caratterizza per esser anche oltremodo ricco di fibre, che sono estremamente utili per svolgere un’azione lassativa e dimagrante. Viene utilizzato infatti come coadiuvante nei casi di stitichezza e come regolatore dell’intestino. Aiuta a smaltire le scorie in eccesso all’interno dell’organismo migliorando anche il metabolismo dei grassi. Alcuni studi hanno dimostrato che un uso continuo nel tempo di sciroppo di sambuco, almeno due mesi, unito ad uno stile di vita sano e ad una moderata attività fisica hanno aiutato le persone a ridurre l’accumulo di grasso in vita, riducendo i centimetri di circonferenza. Lo sciroppo ha un sapore gradevole ed è ricco di nutrienti attivi e vitamine, è l’ideale durante le diete dimagranti e ipocaloriche come bevanda per spezzare la fame, basta diluirne un cucchiaio in un succo o in un bicchiere d’acqua
fresca. Aiuta soprattutto a contrastare la fame nervosa e a percepire prima il senso di sazietà. I risultati migliori si ottengono quando lo sciroppo viene assunto a stomaco vuoto diluito in acqua o mischiato con bevande e yogurt, meglio se lontano dai pasti.
Non ci sono particolari controindicazioni nell’utilizzo dello sciroppo, ma non bisogna comunque eccedere nelle dosi giornaliere consigliate, perché avendo proprietà lassative, un uso eccessivo potrebbe causare vomito, diarrea e dolori addominali.
E’ inoltre sconsigliato l’uso in caso di intolleranza a uno o più composti presenti nella pianta. In caso di gravidanza o allattamento consultare un medico prima dell’uso.