Focus intestino: flora in equilibrio per stare bene dentro e fuori

Il microbiota intestinale è l’insieme dei microorganismi “buoni” che popola il nostro intestino, che è in grado di svolgere una serie di attività di fondamentale importanza.

Questo può essere paragonato alla componente organica del terreno: un terreno fertile è ricco di materia organica, cioè ha microorganismi vivi e vitali che degradano e trasformano le sostanze in molecole assimilabili dalle radici delle piante.

Noi non nasciamo con un microbiota formato, all’interno dell’utero materno l’intestino del feto non presenta microbi, ma la colonizzazione del tratto intestinale inizia solo dopo il parto. La prima “contaminazione”, o meglio, la prima esposizione avviene quindi proprio alla nascita ad opera di batteri anaerobi facoltativi. La formazione e lo sviluppo del microbiota possono poi essere influenzati positivamente da fattori quali il parto naturale, l’allattamento al seno, lo svezzamento corretto o negativamente da parto cesareo, allattamento artificiale e dall’uso frequente di antibiotici entro i primi 3 anni di vita. Dopo la prima fase di colonizzazione, questo “ecosistema” subisce delle trasformazioni, mutando con la crescita e l’avanzare dell’età, condizionato da la dieta, fattori ambientali come la localizzazione geografica e il consumo sregolato di integratori alimentari o farmaci. Quindi anche se intorno ai quattro anni di età la composizione della flora intestinale appare abbastanza stabile e simile a quella dell’adulto, ciò non significa che i nostri batteri non andranno incontro ad ulteriori modifiche e cambiamenti a seconda degli zuccheri, delle proteine, dei carboidrati, dei grassi e delle fibre che introdurremo man mano con la dieta alimentare.

Ogni individuo ha il suo caratteristico microbiota, una sorta di impronta digitale microbica, che probabilmente determina la risposta individuale alla dieta, alle terapie farmacologiche e alla suscettibilità o meno a sviluppare specifiche patologie.

Tra le principali funzioni del microbiota, collochiamo quella di protezione dalle infezioni da parte di batteri patogeni attraverso la competizione e la produzione di composti antibatterici come defensine e batteriocine e la sua azione favorente l’integrità dell’epitelio intestinale attraverso la produzione di acidi grassi a corta catena, nutrimento essenziale cellule dell’epitelio intestinale (enterociti), per mantenere in buone condizioni la permeabilità della barriera intestinale.

La mucosa intestinale (barriera permeabile) è infatti formata da cellule molto compatte tra loro in cui ci sono giunzioni intercellulari che permettono l’assorbimento selettivo dei nutrienti. Quando questo sistema della permeabilità non funziona le giunzioni, cerniere tra le cellule della barriera intestinale, si allargano come le maglie di un tessuto e lasciano passare ciò che non dovrebbe nel sangue: ciò permette il passaggio dal lume intestinale al circolo ematico e linfatico di sostanze (macronutrienti non digeriti e tossine di vario tipo), che attivano immediatamente il sistema immunitario.

I batteri del nostro intestino hanno poi un ruolo cruciale nel corretto funzionamento del sistema immunitario (particolarmente importante per lo sviluppo, nella primissima infanzia, della tolleranza nei confronti degli alimenti), nel metabolismo di carboidrati, proteine e lipidi, nell’assorbimento di importanti micronutrienti (come calcio e magnesio), e nella sintesi di ormoni che influenzano il nostro umore.

Qualsiasi alterazione qualitativa o quantitativa del microbiota intestinale prende il nome di disbiosi. La disbiosi e le alterazioni della permeabilità intestinale sono inevitabilmente connesse, non può esistere un intestino sano con un microbiota malato né un microbiota sano in un intestino malato.

Dr. Marco Pignatti, Medico Chirurgo, Specialista in Dermatologia.
Dr.ssa Laura Lodi, Dietista