Cosa sono le emorroidi
Le emorroidi sono dei cuscinetti che costituiscono un plesso venoso normalmente presente nell’ultima parte dell’intestino e nell’ano, che esiste fin dalla nostra nascita. E’ costituito da tessuto vascolare e tessuto connettivo, ricco di fibre elastiche, e la sua funzione è quella di regolare e mantenere la continenza dello sfintere anale e di trattenere la parte più liquida delle feci. Con il passare degli anni però, con la sollecitazione quotidiana dell’evacuazione, ci può essere una discesa progressiva di questo plesso venoso verso la parte esteriore dell’ano, con un un rallentamento locale della circolazione sanguigna che dilata e rende via via più fragili questi cuscinetti: in pratica, la mucosa del canale anale tende a scivolare nel lume, ostacolando il deflusso venoso delle emorroidi e determinandone un ingrossamento e una congestione. Questa, in termini medici, viene detta malattia o sindrome emorroidaria. ll problema, dunque, non sono le emorroidi in quanto tali, ma la malattia che può derivare, che non è né su base genetica né ereditaria e che si manifesta nel momento in cui le vene emorroidali si infiammano e si dilatano, formando delle varici e provocando, a seconda dei casi, dolore, prurito, senso di protrusione e sanguinamento. Un disturbo di cui, secondo le stime degli esperti proctologi, nell’arco della vita, arriverebbe a soffrire un adulto su due.
Nella sindrome emorroidaria, le emorroidi possono essere primitive o secondarie ad altre patologie e possono manifestarsi sia internamente al canale anale che esternamente, od anche in tutti e due i modi, determinando un quadro misto.
Se le emorroidi sono primitive, vi è possibilmente la coesistenza di diversi fattori favorenti, fra i quali una debolezza costituzionale ed eventualmente ereditaria della parete venosa, l’assenza di efficaci meccanismi di deflusso venoso, la stipsi cronica e l’obesità.
Ben conosciuta è invece la fisiopatologia delle emorroidi secondarie, per lo più interne, che sono in genere espressione di condizioni patologiche in cui è presente un ostacolo al flusso venoso portale come nelle persone con cirrosi epatica o malattia infiammatoria intestinale, come il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa. O di una fase particolare della vita delle donne, come la gravidanza.
Alcuni sintomi delle emorroidi
La malattia emorroidaria può decorrere in modo del tutto asintomatico e risolversi spontaneamente, oppure essere sintomatica, con una serie di sintomi che possono impattare notevolmente la qualità di vita. I principali sono:
- il senso di peso e il dolore in sede anale, durante e immediatamente dopo la defecazione, che può perdurare anche per un periodo più o meno lungo;
- il sanguinamento, che di solito è intermittente e autolimitante, di colore rosso vivo ed insorge generalmente dopo il passaggio delle feci non essendo frammisto ad esse;
- il prolasso muco – emorroidario, che è dovuto allo scivolamento nel canale anale della mucosa e che può diventare indipendente dalla defecazione ed insorgere anche in seguito a lievi sforzi fisici o durante la stazione eretta prolungata, causando fenomeni irritativi, con perdita di muco dall’ano e maggiore suscettibilità alle infezioni micotiche.
Per la diagnosi è spesso sufficiente un’attenta raccolta di dati anamnestici (sanguinamento alla fine della defecazione, dolore, etc.) e un’accurata visita clinica da parte dello specialista proctologo, con l’esplorazione digitale dell’ano che permette una valutazione del tratto distale del retto e dell’entità del prolasso emorroidario. La malattia sappiamo che non sempre provoca il sanguinamento, quando c’è, però, non va però mai sottovalutato, perché può essere una spia di altre situazioni patologiche, come le ragadi o i diverticoli, o addirittura di un tumore al colon-retto. Nei casi sospetti e negli individui di età superiore a 45 anni è meglio dunque ricorrere ad ulteriori accertamenti, come la rettoscopia e una pancolonscopia che permette di studiare tutte le porzioni di colon e pertanto fare diagnosi differenziata.
Ai sintomi classici possono associarsene altri, legati alla comparsa di complicanze. I principali sono lo strozzamento e la trombosi. Le emorroidi prolassate possono diventare irriducibili a causa dell’ipertono sfinteriale, con conseguente edema importante e strozzamento, con dolore acuto nella regione perianale. La trombosi si presenta invece con noduli emorroidari dolenti, di consistenza dura e colorito nerastro che possono andare incontro ad un’ulcerazione o ancora alla insorgenza di ascessi perianali o risolversi spontaneamente lasciando come residuo, nel tempo, un eccesso di cute a livello perianale che prende il nome di marisca.
Le terapie più utilizzate
La terapia varia in rapporto allo stadio evolutivo della malattia e alla presenza di complicanze. Nella sindrome di entità modesta è indicato prescrivere solo norme igienico – dietetiche come ad esempio una dieta ad alto contenuto di fibre per ridurre lo sforzo defecatorio, oppure suggerire di ridurre il tempo di permanenza in bagno. Nelle situazioni più dolorose si più ricorrere all’utilizzo di creme topiche e farmaci venotropici che aiutano a ridurre la sintomatologia e a migliorare il trofismo della parete vasale. Per le emorroidi di gradi successivi, è indicato un trattamento che può essere eseguito ambulatorialmente come la scleroterapia, che consiste in un’iniezione nel vaso che sanguina di una sostanza sclerosante per interrompere l’emorragia e il prolasso; c’è poi la legatura elastica, che è pratica chirurgica, e la fotocoagulazione a raggi infrarossi, che consente la termo ablazione delle emorroidi, metodiche che sono comunque inficiate da un certo grado di recidiva. Con il grado di attività massimo di malattia c’è solo l’opzione chirurgica, ma capita in meno di un caso su dieci.
Prevenzione e rimedi naturali
Le opportunità per prevenire la malattia o intervenire in maniera «dolce» esistono. Prima di tutto per prevenirla, occorre fare attenzione all’alimentazione: una dieta ricca in fibre e acqua aiuta a superare la stitichezza, che è considerata un fattore di rischio per la sindrome emorroidaria primaria. Per lo stesso motivo si incentiva il paziente al movimento: l’ideale sono la camminata e la corsa, che aumentano la motilità intestinale. Altri fattori predisponenti sono il troppo tempo seduti sul WC, l’abuso di lassativi, lo stress della vita di tutti i giorni, l’abuso di alcuni cibi come il caffè, le spezie forti, la birra, la coca cola, l’avanzare dell’età, gli sforzi fisici troppo intensi come alzare grossi pesi e infine la gravidanza, perché l’utero è posto direttamente sopra i vasi sanguigni che scaricano il sangue delle vene emorroidali. Un rimedio praticabile per una donna incinta che soffre di sindrome emorroidaria è sdraiarsi sul lato sinistro per circa 20 minuti ogni 4 o 6 ore, in questo modo diminuirà la pressione sulle principali vene che fanno defluire il sangue dalla metà inferiore del corpo, oppure sedersi su una ciambella, un salvagente, in grado di sostenere il peso.
Come rimedi dolci, non invasivi ma molto efficaci, ci sono:
- fare un bagno con l’acqua tiepida, che allevia il dolore perché stimola l’afflusso di sangue nella zona, il che aiuta a riequilibrare le vene gonfie.
- creme antiemorrodiari che contengono in genere una combinazione di anestetici locali, cortisonici, astringenti e antisettici.
- rimedi naturali a base di principi attivi che riescono a contrastare la sintomatologia della sindrome varicosa emorroidaria grazie alle piante contenute dalla riconosciuta attività flebotonica, come l’Ippocastano, la cui corteccia è ricca di sostanze attive fra le quali l’escina, utile per il microcircolo e diversi flavonoidi che svolgono un’azione lenitiva e l’Amamelide, che è in grado di agire sul microcircolo, e di rafforzare il tessuto connettivo, grazie alle proprietà astringente ed emostatica, vasocostrittrice venosa e cicatrizzante che favoriscono il microcircolo.
Entrambi questi principi attivi sono contenuti in Nutrilen procto, una crema proprio indicata nel trattamento della sintomatologia acuta della sindrome varicosa emorroidaria, che possiede oltre ad azione lubrificante, protettiva e rinfrescante, anche quella emolliente, che aiuta quindi anche a prevenire irritazioni e congestioni della zona perianale e conferisce alle parti interessate sollievo da bruciore e prurito. Nutrilen procto, grazie anche alla presenza di acido ialuronico, svolge in più un’azione filmante e protettiva, alleviando il dolore e la congestione della zona perianale.
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