Con l’arrivo del periodo estivo può capitare a molte persone di avvertire una sensazione di pesantezza agli arti inferiori. Gambe appesantite, caviglie gonfie, crampi specialmente notturni, vene visibili sono tutti segnali che indicano la presenza di disturbi della circolazione, una problematica nota come insufficienza venosa.
È una condizione nella quale le vene non favoriscono il ritorno del flusso sanguigno e pertanto il sangue tende a ristagnare nei tessuti. La probabilità di sviluppare insufficienza venosa aumenta man mano che si invecchia ed è più comune nelle donne che negli uomini.
Normalmente, le valvole nelle vene assicurano che il sangue scorra verso il cuore. Ma quando queste valvole non funzionano bene, il sangue può anche fluire all’indietro. Ciò può causare la raccolta di sangue nelle gambe.
Una delle più comuni manifestazioni dell’insufficienza venosa è costituita dalle vene varicose (varici) che sono il risultato della distruzione della rete dei proteoglicani nel tessuto elastico della parete venosa ad opera degli enzimi lisosomiali.
Questo facilita il passaggio di elettroliti, fluidi, proteine attraverso la parete vasale con conseguente formazione di edema. Si assiste inoltre ad una riduzione della componente del collagene, a una dilatazione della parete vasale e all’alterazione della microcircolazione con conseguenze stasi venosa.
L’edema associato a insufficienza venosa è molto comune, riguarda oltre il 90% dei casi di gambe gonfie. Ma non è l’unico sintomo; si può verificare dolore alle gambe, scolorimento della pelle, irrequietezza, prurito, bruciore, pesantezza, ulcere venose. Il gonfiore può coinvolgere una o entrambe le gambe.
Le cause dell’insufficienza venosa sono molteplici: storia familiare del problema, sovrappeso, gravidanza, danni alle gambe dovuti a lesioni o interventi chirurgici, mancanza di esercizio fisico, stare in piedi per lunghi periodi.
Oltre alle vene degli arti inferiori, si possono gonfiare anche le vene emorroidarie presenti nell’ultimo tratto dell’intestino (retto), le quali assumono un aspetto simile alle vene varicose.
I fattori di rischio della malattia emorroidaria includono condizioni che generalmente aumentano la pressione intra-addominale, come costipazione, diarrea, gravidanza, parto, obesità, stare in piedi per lunghi periodi di tempo e tosse cronica. La malattia emorroidaria è più frequentemente osservata in individui di età compresa tra 65 e 74 anni, sebbene la sua comparsa tenda a diminuire dopo i 75 anni di età. È raramente osservata in individui di età inferiore a 20 anni. Una causa della condizione emorroidaria è la diminuzione del tono muscolare nella regione anale che è associata all’aumento dell’età.
Per prevenire e trattare i disturbi della circolazione esistono specifici fitocomplessi che aumentano la resistenza capillare ed il tono venoso.
L’ippocastano viene utilizzato in caso di insufficienza venosa cronica, flebiti, varici, gambe pesanti e affezioni emorroidarie. I semi e la corteccia contengono diversi principi attivi, tra i quali saponine triterpeniche (escina), tannini, flavonoidi (quercetina), cumarine (esculina).
L’escina ha azione antiedemigena, antinfiammatoria e vasotonica; inibisce gli enzimi elastasi e ialuronidasi che sono coinvolti nella degradazione dei proteoglicani (importanti componenti dell’endotelio dei capillari).
L’aumento dei proteoglicani è associato ad un rafforzamento della parete dei capillari.
Il rusco, detto anche pungitopo, viene consigliato per il trattamento di dolore, crampi e pesantezza alle gambe dovuti all’insufficienza venosa e per prurito e bruciore dovuti alle emorroidi.
Il rizoma della pianta contiene saponine (ruscogenina e neoruscogenina), flavonoidi ed olio essenziale.
La ruscogenina inibisce l’aumento della permeabilità vascolare e agisce da vasocostrittore in quanto stimola i recettori alfa-adrenergici delle cellule muscolari lisce nella parete vasale, restringendo le vene.
I flavonoidi contenuti nel rusco rinforzano la parete vasale e riducono la fragilità capillare.
La centella viene maggiormente utilizzata per favorire la memoria e le funzioni cognitive ma trova impiego anche per contrastare il senso di pesantezza alle gambe e gli inestetismi della cellulite.
Le sue foglie contengono triterpeni (asiaticoside, centelloside, madecassoside), flavonoidi (quercetina), amminoacidi ed un olio essenziale.
La centella stimola la produzione di collagene da parte dei fibroblasti, attiva la fibrinolisi, riducendo la formazione di fibrina, che ostacola il normale funzionamento del vaso, e aumenta la produzione di fibronectina, costituente della membrana basale dei vasi. Grazie a tutte queste proprietà, la centella rafforza la parete dei vasi sanguigni.
Le foglie di vite vengono raccolte dopo la vendemmia quando presentano il caratteristico colore rosso. I componenti più importanti delle foglie sono le proantocianidine, i flavonoidi (quercetina) e i componenti stilbenici come il resveratrolo. Questi principi attivi trovano applicazione nella cura delle varie patologie cardiovascolari e combattono diversi disturbi della circolazione, come vene varicose, fragilità capillare, couperose, flebiti.
Le proantocianidine possiedono attività antinfiammatoria grazie alla loro capacità di inibire la perossidazione lipidica e la formazione di citochine proinfiammatorie. Inoltre, stabilizzano le fibre di collagene e l’elastina rafforzando così la matrice del tessuto connettivo vascolare.
L’amamelide, e in particolare foglie e corteccia, contiene tannini (amamelitannino), flavonoidi ed un olio essenziale. I tannini hanno proprietà astringenti ed emostatiche. Inoltre, svolgono anche una blanda azione anestetica locale che dà sollievo a prurito e dolore, quindi risulta particolarmente utile nelle patologie emorroidarie.
NutriRegular Ven Urto contiene tutti questi estratti vegetali (flavonoidi, saponine, tannini e proantocianie) che supportano la circolazione degli arti inferiori e del plesso emorroidario. NutriRegular Ven Urto può essere assunto da coloro che sono predisposti ad una fragilità capillare, che si accentua nel periodo estivo a causa delle temperature più alte, a disturbi della circolazione e da coloro che presentano sintomatologia del disturbo emorroidario.