Ma è davvero influenza o è solo un malanno di stagione?

Sarà influenza?

Uno starnuto improvviso, oppure la gola che brucia e, magari, qualche linea di febbre. A questi segnali, scatta subito l’allarme: sarà influenza? E se la febbre non passa devo ricorrere all’antibiotico che mi ha prescritto il dottore l’altra volta o è meglio l’antinfiammatorio che mi ha consigliato Giovanna?

Con l’arrivo dei primi freddi e delle conseguenti malattie da raffreddamento, molti ricorrono facilmente a questi farmaci, ma il fai da te o il passaparola è assolutamente sconsigliato:

1) perché il raffreddore e l’influenza sono causati da un virus e gli antibiotici- che agiscono uccidendo i batteri o impedendo loro di riprodursi e diffondersi- non servono a nulla nei confronti degli agenti patogeni virali e non funzionano nemmeno per la maggior parte delle forme di tosse e mal di gola.

2) prendendo gli antibiotici -quando non è indispensabile- si rischia solo di fare più danni del dovuto, perché si favorisce l’insorgenza e la diffusione della cosiddetta resistenza batterica, ossia la capacità da parte dei microrganismi di evolversi e di difendersi da questi farmaci, diventando resistenti alle terapie. Un uso eccessivo o improprio non solo quindi è inutile, ma è anche controproducente, perché poi questi farmaci smettono di funzionare quando ce n’è davvero bisogno, ad esempio in caso di infezione grave e questo può rappresentare anche un grave danno per la salute pubblica in generale.

3) perché gli antibiotici attaccano la flora batterica intestinale e vaginale benigna che ne regola il corretto funzionamento e questo può causare diarrea, gonfiore e crampi addominali, candidosi vaginale, mughetto, stomatiti, afte e debolezza generale e arrecare un danno enorme all’ecosistema intestinale del microbioma

4) perché presentano il rischio di sviluppare effetti collaterali come ad esempio eruzioni cutanee, mal di stomaco, diarrea, in quanto ognuno di noi può reagire in modo diverso e ci possono essere eventi inaspettati, quindi è opportuno utilizzarli sempre sotto stretto controllo medico per scongiurare interazioni con altre terapie già in essere o con alimenti.
Quando non si riesce a passare dal medico per problemi di tempo e di incompatibilità con gli orari degli ambulatori, conviene comunque fare un’automedicazione responsabile passando per il consiglio di un altro professionista della salute come il farmacista, che sa come suggerire il rimedio giusto al momento giusto, aiutando nelle scelte e permettendo un approccio mirato alla cura.

Il più delle volte comunque, ai cambi di stagione, non si tratta di vera e propria influenza ma di altre forme parainfluenzali che si differenziano per l’appartenenza ad altre specie di virus (paramyxovirus, ma possono intervenire anche adenovirus o enterovirus) e per i sintomi che, in genere, sono sempre meno gravi di quelli della “vera influenza”.
Le sindromi più comuni sono respiratorie (dal comune raffreddore fino a malattie simil-influenzali e polmoniti) e gastro-intestinali e causano generalmente epidemie autunnali (da fine ottobre a dicembre) e primaverili (da marzo ad aprile), quindi al di fuori del periodo di massima incidenza dell’influenza.

Il contagio si verifica prevalentemente per via aerea, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni respiratorie, in maniera diretta (con tosse e starnuti) o indiretta (tramite la contaminazione di oggetti e superfici). Alcuni virus parainfluenzali, come gli enterovirus, possono essere trasmessi per via oro-fecale. Nel caso della sindrome che coinvolge l’apparato respiratorio si verifica una malattia a carico delle vie aeree superiori, simile ad un forte raffreddore associato a senso di stanchezza, mal di gola, tosse e qualche linea di febbre. Nei bambini, i virus parainfluenzali possono causare laringotracheobronchiti acute (croup), il quale determina febbre, tosse, raucedine e stridore laringeo per ostruzione delle vie aeree superiori.

Altre forme respiratorie si manifestano in modo simile alla polmonite ed alla bronchiolite. Se le sindromi parainfluenzali colpiscono l’apparato gastrointestinale, invece, le manifestazioni iniziali comprendono generalmente mal di gola, febbricola, vomito, diarrea e dolori addominali. A differenza dell’influenza, i cui sintomi persistono anche per una settimana, le sindromi parainfluenzali, sebbene frequenti, sono solitamente lievi, autolimitate e di breve durata (solitamente, si risolvono a distanza di tre-quattro giorni dall’esordio)

L’influenza invece dura più a lungo e si identifica quando ci sono tre condizioni presenti contemporaneamente: febbre elevata >38 ad insorgenza brusca con molti brividi, sintomi sistemici come dolori muscolari/articolari e sintomi respiratori come tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale o mal di gola.
E’ una malattia infettiva acuta, fortemente contagiosa ed epidemica; colpisce le vie respiratorie superiori ed inferiori con virus appartenenti alla famiglia degli Ortomixoviridiae, che comprende tre generi: l’influenza di tipo A, più comune, quella di tipo B e la poco diffusa C. Una delle caratteristiche peculiari di questi microrganismi risiede nella frequenza con cui subiscono cambiamenti nella struttura esterna del capside, particolarità – questa – che ne altera l’antigenicità e le proprietà infettive. L’antigene è quella sostanza che, introdotta nell’organismo, è capace di provocare la formazione di anticorpi specifici e di indurre una risposta immunitaria.

Il virus dell’influenza di tipo A è soggetto a variazioni antigeniche maggiori e minori, il tipo B solo a mutazioni minori, mentre quello di tipo C è omogeneo. Questa grande variabilità antigenica, quasi annuale per i ceppi di tipo A, spiega come mai ogni inverno ci si ritrovi a combattere con un diverso tipo di influenza, alla quale le cellule del sistema immunitario devono adeguarsi. Allo stesso modo, è necessario produrre ogni anno nuovi vaccini in base alle previsioni sui ceppi che causeranno la malattia, isolati da una rete di sorveglianza mondiale coordinata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il vaccino antinfluenzale inattivato è altamente immunogeno, in grado cioè di indurre una reazione immunitaria e quindi in grado di proteggere, ridurre l’incidenza e le complicazioni dell’influenza soprattutto nelle categorie di soggetti più fragili, come persone anziane e pazienti con patologie croniche, come BPCO, cardiopatie e diabete.

Sia in caso di raffreddore che in caso di influenza, la prevenzione è quindi fondamentale: per l’influenza ci sono i vaccini, che vanno ripetuti annualmente, soprattutto nelle categorie a rischio, per il comune raffreddore e le sindromi parainfluenzali, invece, cosa si può fare per aiutare il nostro organismo a comabtterli?

Alcuni rimedi naturali per sindromi parainfluenzali

I rimedi naturali possono fare moltissimo per potenziare il sistema immunitario e per ridurre di molto la possibilità di essere soggetti ai malanni di stagione, prevenendo le malattie da raffreddamento.

L’astragalo, per esempio, è una pianta che appartiene alla famiglia delle leguminose, come il fagiolo per intenderci. Cresce spontaneamente in Cina, Mongolia, Siberia, Corea e la radice essiccata è tradizionalmente utilizzata in quei territori come tonico e stimolante delle difese del nostro organismo. I principi attivi contenuti nella radice sono le saponine triterpeniche, i polisaccaridi e i flavonoidi. La combinazione di questi principi favorisce il naturale meccanismo delle nostre difese perchè aumentano la produzione di anticorpi IgA e IgG, i primi che incontrano batteri e virus, facilitano il processo di fagocitosi (ovvero di aggressione) tipico dei globuli bianchi T e stimolano la rigenerazione degli epatociti (cellule del fegato).

Questi benefici si possono sfruttare sia in fase preventiva che una volta comparsi i primi sintomi delle malattie infettive causate soprattutto da agenti virali, e dunque è utilissima per prevenire ma anche curare raffreddori e influenze, senza dare effetti collaterali dei medicamenti tradizonali.
Il fitocomplesso di questa pianta costituisce l’ingrediente principale di un integratore alimentare appositamente studiato da Nutrileya per il sostegno delle difese immunitarie e la prevenzione delle malattie da raffreddamento nei cambi di stagione o nei periodi di particolare stress psicofisico.

Oltre all’astragalo Nutridef contiene gli estratti secchi titolati di altri principi attivi vegetali come lo Shiitake, -fungo orientale che contiene tutti gli amminoacidi essenziali ed è ricco in vitamina D e lentinano, un beta-glucano in grado di sollecitare i macrofagi, i linfociti T e le cellule Natural Killer, ovvero tutti quei globuli bianchi deputati a riconoscere e a distruggere elementi potenzialmente dannosi per l’organismo- che insieme allo Zinco contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario; la Schisandra – pianta rampicante legnosa originaria della Cina Settentrionale, utile nei casi di stress ed astenia, ricca di vitamina A ed E, – con proprietà antiinfiammatorie e in grado di prevenire i danni ossidativi delle cellule, che esercita un’azione tonico-adattogena e attività antivirale ed immunostimolante, la Rosa Canina, fonte di Vitamina C ad azione antiossidante e infine il Lactobacillus paracasei tindalizzato che attiva la risposta immunitaria proteggendo le mucose dell’apparato respiratorio e urogenitale.

Con questa formulazione, così ricca di fitoterapici a spiccata azione immunostimolante che consentono di attivare i principali meccanismi di difesa del sistema immunitario, sia innato che specifico,- si ottiene un profilo d’azione davvero completo, sia per prevenire che per curare in acuto le principali malattie da raffreddamento, contrastando efficacemente i primi malanni di stagione e le sindromi parainfluenzali tipiche tra ottobre a dicembre.