La paura ai tempi del Coronavirus
Le nostre emozioni primarie sono principalmente sei: la felicità, la sorpresa, la rabbia, la paura, il disgusto e la tristezza. Due positive e ben quattro negative. Questo perché, da sempre, tra le funzioni principali del nostro cervello emotivo, il cervello più antico che risiede nell’ipotalamo, c’è quella di aiutarci a sopravvivere, e le emozioni negative rappresentano un sistema di difesa molto importante per la nostra capacità di sopravvivenza. La paura per esempio potenzia molto le nostre attitudini reattive, stimolando attenzione e cautela sulla minaccia che incombe, per valutare la risposta migliore. Oltre alle emozioni negative, quando ci troviamo di fronte a un pericolo attiviamo anche tre comportamenti difensivi: immobilizzazione, lotta, fuga. Possiamo paralizzarci sperando che il nemico non ci veda; possiamo fuggire se pensiamo che il pericolo sia inaffrontabile e se pensiamo, al contrario, di avere le forze per affrontarlo e superarlo, combattiamo. Sono comportamenti che risalgono alla preistoria, quando l’uomo era ancora un ominide, e sono comuni a tante altre specie viventi.
Ora, nel terzo millennio, abbiamo paura di un microrganismo piccolissimo che ci tiene tutti sotto scacco e che ci spaventa moltissimo, così come da sempre spaventa ciò che non si conosce a fondo. E’ il coronavirus, altrimenti detto Sars Cov-2 che sta mettendo in ginocchio tutto il mondo, non solo per l’emergenza sanitaria che comporta, ma anche per l’impatto economico e finanziario che si sta già registrando nelle borse di tutti i continenti.
Stiamo vivendo un periodo davvero molto difficile di crisi generalizzata e globale, è pandemia, non c’è paese che si salvi. Tutte le Tv, i telegiornali e i mass media non fanno altro che parlare del virus, che si è diffuso inizialmente nella provincia cinese di Wuhan e di seguito, a velocità supersonica per capacità di contagio, in tutta la Cina e diverse altre parti del mondo, tra cui il nostro Paese. Allo stato attuale l’Italia, come numerosità di persone contagiate e, purtroppo, decedute, è seconda solo al paese asiatico in cui ha avuto origine il nuovo virus e il nostro sistema sanitario, assai evoluto, è oramai al collasso. Nonostante l’abnegazione di medici, infermieri, personale sanitario e di primo soccorso, mancano le armi per combatterlo (respiratori, mascherine, reparti di terapia intensiva) e latita il raziocinio e il controllo delle emozioni da parte delle persone.
Per fronteggiare il virus e limitare le possibilità di contagio ci sono state imposte regole e nuove modalità di comportamento che hanno comportato il blocco delle attività e la limitazione delle libertà individuali, la richiesta di stare in quarantena, la riduzione o la temporanea sospensione dal lavoro
Star lontani dai parenti più anziani e dagli affetti più cari stanno mettendo a dura prova le nostre capacità di gestione e ci pone davanti ad aspetti di sofferenza collettiva perché siamo in primis animali sociali e ridurre e controllare questa nostra natura può risultare difficile, perché necessita di poter apportare delle modifiche ai paradigmi di socializzazione che ci guidano dalla nascita. Ma il non uscire di casa o farlo solo per andare a fare la spesa o portare fuori il cane, stare a distanza di sicurezza, allontanarsi da situazioni e persone potenzialmente a rischio sono, in questa situazione, comportamenti assolutamente consigliabili e sensati.
E invece, registrati i primi contagi e non appena diramati i provvedimenti dal Governo centrale, ci sono state fughe di massa dal nord al sud, ci sono stati assalti ingiustificati a farmacie e supermercati, con accaparramenti di cibi e conserve alimentari, come in uno stato di assedio. Le persone, disorientate, prese dal panico e da insicurezza, si sono spaventate, perché una delle più grandi paure risiede nella non conoscenza del virus e nella mancanza di metodi per prevenirlo e curarlo. La paura e l’ignoranza sono state poi amplificate e potenziate dai mass media, dai social network e dall’abbondanza di fake news, con un’intensità mai vista prima. C’è stato chi si è fatto prendere addirittura dal panico e ha avuto atteggiamenti irrazionali come discriminare gli altri, sviluppare ansia grave e perdere la capacità di rispondere in modo intelligente in situazioni stressanti. Si è registrata la paura del contagio e il contagio della paura. Atteggiamenti e comportamenti che ricordano un passo del Manzoni, relativo la Peste che colpì Milano nel 1630, quando ne I Promessi Sposi si legge: ‘Sono partiti prima della mezzanotte. Nonostante le grida che proibivano di lasciare la città e minacciavano le solite pene severissime, … furono molti i nobili che fuggirono da Milano per andarsi a rifugiare nei loro possedimenti in campagna.”
Come gestire paura e ansia generalizzata da Coronavirus
Questo modo di affrontare le situazioni tramuta la paura in angoscia e genera un danno collettivo su più fronti. E’ vero, ci sentiamo tutti impotenti, scoraggiati, impauriti e tristi per la situazione di emergenza attuale e, in questi casi, le ansie e le paure vengono inevitabilmente accentuate. Ma se la paura dilaga, la razionalità viene meno, e se viene meno la razionalità aumenteranno le emozioni negative, e tenderemo a comportarci in modo nocivo e improduttivo. La destabilizzazione e la fissazione su di un pensiero negativo e il continuo stato di paura o angoscia che ne deriva, sono peraltro condizioni capaci anche di abbassare le nostre difese immunitarie e di farci ammalare ancora di più, perché le aree del cervello più antico, quelle dell’ipotalamo, che sono collegate come dicevamo prima ai sentimenti, agli affetti e alle emozioni, sono anche collegate agli ormoni e al sistema immunitario, ed è per questo che depressione e rischio di patologie degenerative aumentano quando si è in determinate condizioni psichiche. Dunque in casi emergenziali come questo, dobbiamo lavorare sulla capacità di gestione delle nostre emozioni e trattare la possibilità di contagio con più razionalità e meno passione, per non essere vittime di sofferenza anticipata. Dobbiamo affrontare la situazione, evitando di sottostimare il problema e sottraendoci da inutili allarmismi: imparare a vivere con equilibrio anche momenti angoscianti come questo è importante, perché solo così che potremo venire fuori da questa lunga quarantena sani e più forti di prima.
Per il momento sfruttiamo al meglio il tempo che abbiamo a disposizione per applicare piccoli cambiamenti nella routine quotidiana, non facendoci fagocitare dai media in modo tale da avere sempre l’attenzione sulla piaga del coronavirus ma prendendoci cura di noi stessi, dei nostri figli e della nostra casa, leggendo un buon libro, ascoltando o praticando della buona musica, mangiando sano e non cadendo nella trappola di pratiche di compensazione emotiva dannose, quali abuso di cibo, fumo, alcool. Per dominare meglio ansie e frustrazioni facciamo ricorso ai rimedi naturali, prendiamo tisane e integratori a base di piante medicinali dalle proprietà rilassanti come la Griffonia, apprezzata per le proprietà ansiolitiche, regolatrici dell’umore e del sonno grazie all’elevata concentrazione in triptofano, un aminoacido precursore della serotonina, il Luppolo, con attività sedativa, utilizzato nella medicina tradizionale principalmente per il trattamento dei disturbi del sonno, ma anche nelle nevralgie, negli stati di agitazione associata a tensione nervosa e la Melissa, nota per avere azioni sul sistema nervoso centrale di tipo sedativo, ansiolitico e ipnoinducente e antidolorifico. Nutrileya ha, nella gamma dei suoi prodotti, un ottimo rimedio, Nutriregular relax, proprio a base di Luppolo e Melissa nelle giuste concentrazioni, in grado di favorire il rilassamento e tenere a bada ansia, agitazione e tensione nervosa, e anche se andrà tutto bene e tutti insieme ce la faremo, ora come ora può essere un valido aiuto nel gestire le emozioni più negative.