Un facile bersaglio durante i mesi invernali
Soprattutto durante i mesi invernali, gli sbalzi di temperatura e i primi tempi di frequentazione della scuola materna oppure del nido, il bambino diventa un facile bersaglio per l’attacco da parte di microrganismi patogeni (virus e batteri) perché frequenta luoghi chiusi e affollati, dove la respirazione di tante persone favorisce la diffusione del virus e perché le sue difese immunitarie non si sono ancora consolidate per essere attive in maniera efficace. Il piccolo sta male continuamente, non è praticamente possibile portarlo a scuola perché immancabilmente risale la temperatura con picchi fino a 39 gradi e ricompare il mal di pancia o il naso che cola.
Difatti recenti stime dicono che in Italia, il 25% dei bambini nei primi anni di vita soffre di infezioni respiratorie ricorrenti (IRR) e ciò è dovuto principalmente all’immaturità del loro sistema immunitario e alla presenza di fattori ambientali che aumentano il rischio di esposizione ad agenti patogeni.
Il proliferare di malattie virali riguarda infatti quasi sempre l’apparato respiratorio oppure quello gastro intestinale e i sintomi più caratteristici sono rappresentati dai disturbi delle prime vie aeree, come mal di gola, tosse, bronchite, raffreddore ed otite, dolori muscolari ed articolari oppure nausea, vomito, mal di testa, crampi addominali e diarrea se si tratta di disturbi intestinali.
Le conseguenze sono disappetenza, astenia, spossatezza, mancanza di sonno – perché il bimbo dormirà poco e male, suderà copiosamente e sarà irrequieto oppure intontito. Queste forme infettive sono piuttosto contagiose, e si trasmettono, nella maggior parte dei casi, per via aerea, attraverso l’inalazione di goccioline di saliva emesse con uno sternuto oppure con un colpo di tosse.
Talvolta si assiste a vere e proprie epidemie che arrivano a decimare le classi, maestri compresi, ed anche i famiglia ci possono essere contagi ai fratellini più piccoli oppure i genitori e i nonni, che, sovente, se non vaccinati, manifestano una sintomatologia più seria di quella dei nipoti e guariscono molto più lentamente, in conseguenza del fatto che il loro organismo è più fragile, meno reattivo ed ha tempi di attivazione della difesa immunitaria notevolmente più lunghi.
L’influenza ed anche i virus parainfluenzali (che in genere non danno quasi mai rialzi febbrili) è opportuno curarli con terapie sintomatiche e con antipiretici (per eventualmente abbassare la temperatura, se è troppo alta), ma non somministrando antibiotici, perchè la causa dell’influenza è un virus e non un batterio, e sui virus gli antibiotici non hanno nessuna efficacia e non possono fare nulla se non favorire lo sviluppo di resistenze dell’organismo (e quando ce ne sarà davvero bisogno sarà più difficile combattere una malattia causata dai batteri). L’antibiotico va somministrato solo dietro indicazione del pediatra nel caso in cui sull’influenza si sia innescata una infezione batterica, come lo streptococco che provoca forte mal di gola e difficoltà di deglutizione.
Cosa può aiutare il bambino
Quando il bimbo è a casa ammalato conviene tenerlo a riposo e non farlo uscire, soprattutto se fa freddo e c’è brutto tempo, poi occorre farlo bere molto, acqua e succhi di frutta ricchi di vitamina C e zuccheri. Sarebbe bene poi mantenere la stanza ben umidificata, mantenendo la temperatura entro valori non troppo alti, al massimo 18-20 gradi perchè i microrganismi proliferano con grande facilità al caldo e aerare l’ambiente più volte al giorno, cambiando frequentemente la biancheria, come federe, lenzuola e asciugamani.
Terminata la fase acuta, bisognerebbe riportare il bimbo a scuola quando è completamente guarito, perché se ancora convalescente può essere fonte di contagio per i compagni.
Per prevenire eventuali ricadute, si possono adottare metodi preventivi, quali ad esempio una breve terapia a base di immunostimolatori che può offrire uno scudo protettivo nei confronti dei mali di stagione, una dieta ricca di frutta e verdura – soprattutto quella con tanta vitamina C, vitamine del gruppo B e sali minerali come ferro, zinco e selenio che rafforzano le difese immunitarie – e una vestizione adeguata, che prevenga sbalzi termici nel passaggio da ambiente chiuso e riscaldato al freddo degli spazi aperti.
Il microbiota intestinale
E’ bene spingere i bambini a lavarsi frequentemente le mani, più volte al giorno, tossire e starnutire nel fazzoletto, assumere vitamine ed integratori. Buona norma è pensare di proteggere anche il microbioma intestinale che stimola e consolida la reattività del sistema immunitario. Il microbiota un tempo era detto flora batterica intestinale. Ora ricerche sempre più avanzate hanno scoperto che si tratta di un ecosistema molto complesso che svolge un ruolo fondamentale nella salute umana, soprattutto per lo sviluppo del sistema immunitario del neonato, agendo come barriera contro i patogeni.
Praticamente gli scienziati lo definiscono un “superorganismo”, composto da un numero di batteri pari quasi a tre volte il totale delle cellule dell’intero corpo umano e da numerosissimi ceppi di batteri diversi, che vivono in stretto contatto “mutualistico” con la mucosa intestinale: i principali sono i Bifidobatteri, i Lattobacillie gli Eubacterium, ma ve ne sono di numerose altre specie e, tutti insieme, conducono funzioni per noi essenziali, quali la maturazione del sistema immunitario, la degradazione di macromolecole alimentari complesse, la detossicazione, la produzione e l´assorbimento di vitamine e minerali, influenzando anche il comportamento. L’intestino insomma è dunque una vera e propria centralina, anche del sistema immunitario (ricordiamoci che più della metà delle cellule immunitarie risiedono nell’intestino), attivo nella gestione delle malattie, influenza compresa.
Il microbiota di un bambino nel primo anno di vita è molto diverso da quello di un adulto. Questa diversità è riscontrabile sia in termini di complessità batterica, ossia numero delle diverse specie batteriche presenti, sia in termini di stabilità delle specie, ossia variabilità e risposta agli stimoli esterni, aspetto fondamentale specialmente nelle prime fasi di vita. Anche l’ecologia microbica è fortemente dipendente dagli stimoli esterni, rappresentati prevalentemente da cibo, modalità di parto, etc., fattori che tutti insieme costituiscono l’esposoma.
Durante il periodo di allattamento e svezzamento del bambino, l’ampio sistema di batteri del microbiota è soggetto a oscillazioni che danno origine a un’alta variazione nella composizione e funzione. Alla nascita, l’intestino si popola di un microbiota composto principalmente da bifidobatteri (fino ai primi mesi di vita); con lo svezzamento comincia il processo di transizione che porterà la flora microbica a stabilizzarsi lungo tutto il tubo gastrointestinale, in una proporzione numerica fra bifidi e lattobacilli di 10:1 tipica di un intestino sano.
La microflora intestinale di un essere umano quindi si evolve dal primo giorno di vita fino ad assumere, in età adulta, una composizione tipica, che è specifica per ogni tratto del tubo digerente e fortemente influenzata dalla dieta. Batteri del genere Lactobacillus, Bifidobacterium, e Streptococcus sono i batteri in grado di predominare sui microrganismi patogeni eventualmente presenti e svolgono un’azione benefica sul nostro metabolismo combattendo le conseguenze degli stimoli esterni come stress, sbilanciamenti nutrizionali, virus, terapie a base di farmaci antibiotici.
I probiotici sono per definizione dei supplementi dietetici o degli alimenti che contengono un numero elevato e sufficiente di microrganismi vivi e vitali, in grado di alterare la nostra flora intestinale con effetti benefici, contrastando la disbiosi. Fra i più studiati ci sono Lactobacillus rhamnosus GG (LGG), Bifidobacterium lactis e Streptococcus thermophilus. Buone evidenze sono venute dall’utilizzo di Lactobacillus rhamnosus in associazione con Saccharomyces boulardii. Bifidi e lattobacilli possono essere assunti sotto forma di alimenti arricchiti o formulati in modo specifico. Nutrileya con Nutriregular flora kids assicura proprio il giusto mix di lactobacilli e bifidobatteri di cui sopra che favoriscono l’equilibrio della flora batterica intestinale, con fermenti lattici vivi.
Avere una flora batterica sana, eventualmente integrata con una buona dose quotidiana di fermenti lattici e di probiotici che arrivano vivi e vitali nell’intestino, vuol dire avere un sistema immunitario ben funzionante e quindi riuscire a dire stop ai virus!